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]]>Children’s Corner
Pianoforte
Dario Bonuccelli
Valentina Messa (4/5/6/7/9/10/11/12)
La boîte à joujoux
Balletto per bambini in un atto e quattro quadri
(versione originale 1913)
Coreografia, Regia, Scene, Costumi e Luci
Irina Kashkova
Pianoforte
Dario Bonuccelli
Valentina Messa (4/5/6/7/9/10/11/12)
Balletto Fondazione Formazione Danza e Spettacolo “For Dance” ETS
Children’s Corner è una suite per pianoforte che Debussy compose ispirandosi alla figlia di tre anni, Emma-Claude, a cui la suite è dedicata. La scelta del titolo in inglese è un omaggio alla precettrice della bambina, di origini britanniche. Ciascuno dei sei brani di cui la suite è composta descrive un aspetto della dimensione infantile. Sono quindi presenti la figura del maestro severo in contrapposizione alla creatività del bambino che impara – Docteur Gradus ad Parnassum – la dimensione del sonno, con la ninnananna dell’elefante Jumbo’s Lullaby, la prospettiva infantile sul mondo esterno, con la danza della neve in The Snow is Dancing. E, ancora, il gioco, con il ritratto della bambola, del pastorello, e del pupazzo danzante in Serenade for the doll, The Little Sheppherd e Golliwog’s Cake Walk.
La boìte à joujoux – La scatola dei giochi – è un balletto per bambini in un atto e quattro quadri, composto nel 1913. Anche in questo caso Debussy, oltre che alla tradizione molto popolare del balletto per marionette, si ispirò al mondo dell’infanzia, e, come in Children’s Corner, la musica è ricca di citazioni e suggestioni esterne. In seguito alla prima stesura della partitura per pianoforte, Debussy iniziò a orchestrare il balletto, senza però poter portare a termine il lavoro. Dopo la morte del compositore fu André Caplet a terminare la parte per orchestra, e il balletto andò in scena per la prima volta nel 1919. La storia vede i giocattoli prendere vita, uscire dalla scatola dove erano stati riposti e vivere diverse avventure. Ciascuno dei tre protagonisti: una bambola, un soldatino e un Pulcinella, è musicalmente caratterizzato da un tema, si ripetono quindi un valzer, una marcia militare, una melodia ironica e scherzosa. I tre vivono un triangolo amoroso che si conclude con il felice matrimonio della bambola e del soldatino, che nel quarto quadro ritroviamo a distanza di anni circondati dai propri figli. Sul finale, tutti i giocattoli ritornano nella scatola.
Ludovica Gelpi
Per il calendario ed i biglietti d’ingresso clicca qui
]]>Teatro Delle Api di Porto Sant’Elpidio (FM) 17 gennaio 2020 ore 21.00. Prevendita sul circuito vivaticket.
]]>Prestigiosa la giuria del Concorso, composta da grandi nomi della danza a livello internazionale: da Yuri Vasyuchenko già danseur premier al Teatro Bolshoi ed attualmente maitre dello stesso, a Margarita Drozdova, insegnante e direttrice del Teatro Stanislavsky And Nemirovich-Danchenko di Mosca, ed ancora Marina Leonova, rettore dell ‘Accademia di ballo del Teatro Bolshoi, Kumiko Ochi, prima ballerina del Teatro Internazionale di Ochi (Japan), Margherita Parrilla, Membro del’International Federation ballet competition, Olivier Patey, ballerino, maître du ballet, coreographer (Francia), Vadim Pizarev Direttore Artistico dell’Accademia e teatro dell’opera di Donetsk (Ucraina), Vadim Solomaha, Solista del San Francisco Ballet e Maitre de ballet (Usa), Jae Keun Park Direttore artistico della Compagnia di Balletto di Seoul (Korea).
Gabriele ha incantato i componenti della giuria sin dalle prime prove sia per l’alta qualità tecnica che per le capacità interpretative ed espressive, doti non comuni in un ragazzo così giovane. Ha affontato le sei variazioni previste con grande abilità e determinazione passando con naturalezza dalla danza classica a quella di carattere, per finire poi con un brano di danza contemporanea,”Fly me to the moon”, cantato da Frank Sinatra, la cui coreografia, creata in esclusiva per questo importante evento, portava la firma di Francesca Frassinelli.
Per la scuola diretta da Irina Kaskhova è un altro successo, considerando il fatto che è davvero molto difficile nei concorsi russi portare a casa medaglie in quanto i primi premi sono quasi esclusivamente appannaggio dei danzatori russi. Un successo che conferma le grandi qualità del ragazzo genovese, già vincitore della medaglia d’argento a Berlino e a Riga, e che lo scorso anno aveva vinto anche il Gran Prix vinto al Concorso Internazionale di Spoleto. Questa estate Fornaciari era stato ammirato anche nella nuova edizione del Festival Internazionale di Nervi, dove aveva preso parte come ospite al galà di Sabrina Brazzo e Andrea Volpintesta.
Ma oltre alla falicità del ragazzo, grande soddisfazione anche per il Russian Ballet College che il ragazzo frequenta fin dall’età di 7 anni. Ricordiamo che da questa scuola sono usciti altri giovani talenti della danza, basti pensare a Timofej Andrijashenko, attualmente primo ballerino della Scala di Milano, il che dimostra come un lavoro serio, programmato e continuativo non può che dare buoni frutti.
Articolo di: Francesca Camponero
]]>Interpretare Giselle non è una passeggiata per la prima ballerina, né per chi sostiene il ruolo di Albrecht. La prova del nove in questo balletto più che in altri è il confronto con l’emozione del pubblico, un esame che non mente mai. Ebbene ieri, giovedì 3 ottobre (ore 14.30), Nicoletta Manni e Timofeij Andrijashenko hanno superato egregiamente questa prova regalando ai presenti momenti molto commoventi e suggestivi.
La coppia è stata in grado di affrontare eccellentemente un testo coreografico e drammatico assoluto come quello di Coralli-Perrot, che possiamo affermare tranquillamente stare al teatro di danza come Amleto a quello di prosa. Qui infatti danzare diventa modo unico e insostituibile di “essere” fino in fondo i personaggi, tirando fuori tutti i colori che fanno parte dei caratteri di questi, tirando fuori tutte le paure, ansie, passioni e dolori che racconta la favola di Gautier.
Quello che deve emergere, oltre all’ineccepibilità tecnica, è l’intima coerenza nell’immedesimazione di un ruolo che esige un ampio ventaglio di sfumature e chiaroscuri, e che deve erompere naturalmente senza alcuna finzione o manierismo, in un vortice crescente fino alla fine. Quanto accade nella storia di Giselle è un’alchimia di istinti che sfoga in emozioni potenti che vanno esternate col supporto del cuore.
Nicoletta Manni, bella e fresca come una vera Giselle, affascina dalla sua prima entrata in scena. È indubbio che lei è diversa dalle altre ragazze del villaggio, è indubbio che il Principe travestito da contadino vuole far colpo su di lei e farla innamorare. La sua ingenuità rapisce tanto nei passi, assolutamente perfetti, quanto nel volto. Il suo sorriso incantevole è spiazzante e fa innamorare chiunque la guardi danzare. Dal canto suo Timofeij Andrijashenko non è certo da meno. Bello, biondo, dal fare elegante, Andrijashenko è un vero principe in tutto e per tutto. Ogni suo movimento è eseguito con pulizia e classe. Vederlo danzare è “una poesia in cui ogni parola è un movimento” come direbbe Mata Hari, ed ecco che il connubio fra i due ridona al balletto del 1841 quella freschezza che lo ringiovanisce e rende più che mai attuale.
Nessun effettismo, solo lievità pura e sincera. I due giocano (inteso come jouer) un recitar-danzando a tratti sublime. L’intensità del loro lavoro ha una forza magnetica che spesso fa venire i brividi e ci fa pensare che, se continuano così, non sarà tardi che questi due straordinari ballerini avranno il giusto riconoscimento di étoiles.
Ma se senza dubbio si resta rapiti dall’esecuzione dei due protagonisti, non si deve dimenticare anche l’eccellente prova che ha dato l’intero Balletto della Scala, che, soprattutto nel secondo atto, ha dimostrato grande lirismo all’interno dell’atto bianco in cui le ballerine, in punta di piedi e con tutù lungo, diventano personaggi eterei, come immateriali, espressione di un ideale romantico languido e decadente.
E se a soffrire nel primo atto è Giselle, nel secondo è Albrecht, e con lui tutti noi coinvolti fino alla fine nella tragedia di quell’amore vessato dalle gelosie e dalle incomprensioni, che si riconcilia e si eleva ai massimi splendori soltanto quando ormai non v’è più nulla da fare.
Lo spettacolo sarà ancora sul palco della Scala fino a matedì 8 ottobre.
Articolo di: Francesca Camponero
]]>La scuola ha partecipato all’ 8° edizione del concorso internazionale di danza “Arte in movimento” a Genova con i seguenti risultati:
Al Balletto della Scala per la stagione 2016 riconoscimenti dalla giuria del mensile specializzato
Tra gli Interpreti dell’anno per la stagione 2016 il premio Danza&Danza va a Timofej Andrijashenko, da poco applaudito in Romeo e Giulietta, che porterà ancora in scena, sempre accanto a Nicoletta Manni il prossimo 18 gennaio.Tra gli interpreti emergenti, Danza&Danza ha premiato Martina Arduino, attesa al debutto nel ruolo di Giulietta il 5 gennaio. Premio allo Spettacolo classico dell’anno, al Lago dei cigni curato da Alexei Ratmansky che nuovamente sarà in scena alla Scala nel corso della nuova stagione appena inaugurata, a luglio 2017.
]]>Dove: Spoleto Teatro Nuovo Giancarlo Menotti
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